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Semestre italiano di Presidenza dell'Unione Europea

CONFERENZA EUROPEA DI MINERVA

Qualità del Web per la cultura
Il patrimonio culturale in rete per la ricerca, per la didattica, per il turismo culturale

Parma, 20-21 novembre 2003, Auditorium Paganini




Bruno Zanardi (Università di Urbino)

Paola Marchigiani (Regione Marche)

 

"Il Web per la conservazione"


Bruno Zanardi

 

Con gli ultimi valorosi rimasti parliamo di questo contributo che con l’Università di Urbino e la Regione Marche abbiamo messo a punto e che riguarda la possibilità di utilizzare il Web per una materia che in un qualche modo ha aleggiato su questa giornata, in questo pomeriggio in particolare, che è quello della conservazione del patrimonio storico-artistico, nel caso specifico quello della Regione Marche.
La Regione Marche in questo senso sta mettendo a disposizione una serie di carte tematiche dove il patrimonio storico-artistico della Regione si trova georiferenziato in rapporto alle differenti zone di rischio ambientali presenti nel territorio.
Questa non è altro che quella che in gergo viene chiamata la Carta del rischio, la quale si pone come base essenziale di quella conservazione programmata messa a punto un quarto di secolo fa da Giovanni Urbani quando era alla direzione dell’Istituto centrale del restauro e che, pur se da allora inascoltata, appare comunque il fondamento di qualsiasi opera di tutela razionale e coerente di un patrimonio artistico.
Una metodologia di intervento è la conservazione programmata che prende atto di come ogni restauro sia inevitabilmente un intervento post-factum, riconosca cioè un danno avvenuto a cui bisogna porre rimedio e quindi conclude che il problema che si pone per una conservazione appunto coerente e razionale di un patrimonio storico-artistico non sia quello ancora oggi più diffuso cioè dei restauri e in particolare di come fare restauri sempre migliori ma di come fare in modo che le opere d’arte abbiano sempre meno bisogno dei restauri, il che si ottiene solo attraverso l’esercizio di una fondata opera di prevenzione dei danni ambientali e di manutenzione ordinaria dei beni, né va sottovalutato sposando una tesi di questo genere l’indubbio vantaggio economico che così si ottiene sia nel mantenimento del valore di un’opera integra, sia nella riduzione del generale numero dei restauri.
Tutta l’attività di catalogazione del patrimonio artistico condotta dalla Regione Marche è stata concepita come un servizio spiccatamente pubblico e come tale è stata resa fruibile in Internet sul sito http://www.cultura.marche.it, sebbene a livelli diversi di accesso: ad esempio, alcuni di loro sono gestiti tramite una password in modo da garantire la sicurezza dei beni da furti o quant’altro.
Fondamentale importanza strategica, all’interno di questa catalogazione, è stata data ai beni architettonici siti sul territorio, considerati senz’altro come beni storico-artistici in se stessi ma anche come contenitori di altri beni come inevitabilmente sono tutti i beni architettonici e per questa ragione essi sono stati riferiti all’interno di un sistema informativo territoriale, un GIS che gestisce sia la cartografia vettoriale di base, sia le immagini fotografiche e le informazioni descrittive sui siti, entrambe normalizzate in tracciati alfanumerici predisposti sulle correnti schede ministeriali, messi a punto dall’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione e in questo senso l’intervento che mi ha preceduto auspicava giustamente che si dovesse partire da infrastrutture comuni per arrivare a dei risultati appunto comuni e l’uso della scheda dell’ICCD da parte di una Regione costituisce la volontà di aderire comunque a quello che già esiste.
La base cartografica è la carta tecnica regionale in scala uno a diecimila (1:10000) messa a disposizione dall’ufficio cartografico della Regione Marche e che oggi copre quasi l’intero territorio regionale.
Il sistema informatico regionale è basato sul software Geomedia dell’Intergraf Corporation, software sviluppato direttamente su un sistema operativo Windows che supporta i database relazionali su cui è costruita la banca dati alfanumerica del catalogo e permette di accedere anche a dati raster o vettoriali codificati con pacchetti software diversi: ARCHI-INFO, ARCHI-VIU, AUTO-CAD.
Per la consultazione in rete è stato messo a punto un sistema originale di accesso territoriale e sull’originalità di questo progetto si deve tener conto: credo che sia un esperimento pilota, le Marche sono la prima Regione che sta lavorando su questo argomento; ci sono anche altre Regioni che stanno lavorando in tal senso, in particolare la Regione Lombardia, ma crediamo che il nostro catalogo sia il più avanzato, forse anche perché è più semplice lavorare su una regione più piccola.
In ogni caso, per la consultazione in rete è stato messo a punto un sistema originale di accesso territoriale che permette:

  1. la lettura dei GIS secondo procedure intuitive;
  2. il rimando alle schede di catalogo e alle immagini di ogni singolo bene censito;
  3. la lettura sinottica dei diversi tematismi conservativi, quali il rischio sismico, il rischio idrogeologico e il rischio antropico, consentendo così una prima quanto immediata valutazione del rischio ambientale con su esposti i beni del territorio e qui do la parola a chi mi ha accompagnato e che come me sta lavorando a questo progetto: la dott.ssa Paola Marchigiani della Regione Marche.


Paola Marchigiani

 

Vorrei velocissimamente fornire una simulazione di navigazione all’interno di questo GIS di censimento del patrimonio catalografico.
Si accede dal sito della Regione Marche: http://www.cultura.marche.it, in una sezione specifica che è il catalogo.
L’accesso al catalogo è regolamentato tramite password, le tipologie di scheda sono quelle classiche del Ministero e possono essere selezionate nell’ingresso alla sezione.
Posso fare una ricerca libera, avanzata o per immagini, tento, simulo una ricerca di mosaici all’interno delle schede di sito, trovo 63 schede per il territorio della Regione Marche, raggruppate in pagine da 5 schede a pagina, posso vedere il dettaglio della scheda, posso vedere le immagini, altre immagini correlate alla scheda, ma soprattutto posso vedere, e qui introduco il GIS, la localizzazione geografica del sito del bene, rimando e mi si apre una consolle geografica; anche qui posso accedere tramite password, sempre per garantire la tutela dei dati dell’informazione, e trovo nello schermo il sito in primo piano, la grande macchia gialla è il sito archeologico e sulla carta più generale delle Marche l’ubicazione precisa del luogo nell’ambito del contesto regionale.
Zoomo all’indietro in modo da poter vedere il sito archeologico nel contesto territoriale più vasto in dialogo con altre evidenze georiferite, in questo caso sono indicati in viola i beni architettonici.
Zoomo ancora all’indietro per dare una schermata generale del sistema informativo predisposto e dei tematismi che sono cumulabili sul GIS.
Siamo andati a censire e a georiferire tutti i vincoli ministeriali e tutte le evidenze segnalate dal piano paesistico ambientale regionale che sono indicate con i colori visibili in pianta.
Zoomo all’indietro, questa è un’evidenziazione più precisa dei tematismi che sono leggibili sulla carta.


Bruno Zanardi

 

Il progetto di Carta del rischio del patrimonio culturale delle Marche è ancora in corso di sperimentazione, siamo sempre in fase sperimentale ma stiamo lavorandoci, si basa sul presupposto di fondo che il caricamento del tematismo cartografato debba generare in automatico un aggiornamento delle schede alfanumeriche collegate al GIS in modo che i parametri di misurazione del rischio ambientale risultino continuamente aggiornabili senza ricorrere a sempre nuove costose e logisticamente complesse campagne di data-in.
In questo contesto la conoscenza diventerà non solo un presupposto della tutela inerente i singoli beni ma anche dell’intera pianificazione territoriale.
Infatti sia la metodologia dei rischi ambientali sia le possibili soluzioni dei problemi posti dalla diversa natura dei vari rischi le possibili soluzioni dei problemi posti dalla diversa natura dei vari rischi per essere efficaci dovrebbero essere definiti all’interno del sistema informativo territoriale regionale finalizzato alla pianificazione della tutela del territorio e dell’ambiente.
A titolo informativo può essere aggiunto che in analogia con quanto si sta realizzando per la Carta del rischio, la Regione Marche ha già predisposto la pubblicazione su Internet del piano di assetto idrogeologico regionale; voi sapete che uno dei principali danni del patrimonio all’umanità, in generale gli insediamenti umani sul territorio, e quindi di conseguenza al patrimonio storico-artistico delle Regioni è il dissesto idrogeologico; la Regione Marche ha già predisposto la pubblicazione su Internet del piano di assetto idrogeologico regionale e il vantaggio di usare il Web in progetti come questi è dato dalla possibilità di creare delle reti privilegiati di utenti, reti chiuse, dedicate soprattutto ai diretti responsabili della tutela ma nello stesso tempo flessibili, cioè in grado di accreditare in tempi brevi e con procedure semplici sempre nuovi utenti.
Se infatti l’esercizio di funzione di tutela diretta e legiferazione in materia sono di esclusiva competenza dello Stato, un ampio spazio di tutela indiretta resta di competenza di Regioni, Enti locali, privati proprietari dei beni e cittadini in genere.

Il testo dell’intervento è stato sbobinato.

   



Copyright Progetto Minerva 2003-11, ultima revisione 2004-01-13, a cura della Redazione di Minerva.
URL: www.minervaeurope.org/events/parma/papers/zanardi.htm
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