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Manuale per la qualità dei siti Web pubblici culturali

   
 
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1 Definizioni, principi e raccomandazioni generali

1.1 Definizioni

1.1.1 Soggetto culturale pubblico (SCP)
1.1.2 Applicazione Web culturale pubblica (AWCP)
1.1.3 Utenti dell’AWCP

1.2 Principi

1.2.1 Adoperarsi per un’ampia diffusione della cultura
1.2.2 Far parte di una comunità di soggetti culturali
1.2.3 Approfittare dell’efficacia dei nuovi canali di comunicazione
1.2.4 Adottare un uso consapevole del Web
1.2.5 Considerare la qualità come risultato del processo
d’incontro tra soggetti culturali e utenti

1.3 Raccomandazioni generali: politiche e strategie

1.3.1 Portali e reti della cultura
1.3.2 Riconoscibilità e visibilità del dominio delle AWCP
1.3.3 Coordinamento tra flussi informativi interni ed esterni
1.3.4 Coordinamento tra i canali di comunicazione
1.3.5 Progetto, sviluppo e gestione di un’AWCP
1.3.6 Interoperabilità
1.3.7 Rispetto di IPR e privacy nei contenuti
1.3.8 Conservazione dei contenuti Web


1.1 Definizioni
L’argomento della qualità del Web in ambito culturale pubblico si compone di fattori diversi: il Web, con proprie espressioni concettuali, strumentali e di linguaggio si confronta con il settore della cultura, nel suo aspetto pubblico e specifico della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Tale incontro è innovativo e tuttora in fase sperimentale: da una parte un mondo – quello della cultura – ben codificato da secoli di elaborazioni teoriche e pratiche e dall’altra un ambito tecnologico nuovo, in qualche modo rivoluzionario, certamente di straordinario impatto per la comunicazione e la diffusione dell’informazione e della conoscenza.
Per questi motivi, nella fase iniziale dell’elaborazione di questo manuale, è stato necessario chiarire concetti, ambiti e soggetti. Lo si è fatto partendo da un’esigenza pragmatica, cercando definizioni efficaci ma anche economiche, convinti che debbano essere principalmente vere e adatte allo scopo per cui sono formulate.

1.1.1 Soggetto culturale pubblico (SCP)
Un’istituzione, organismo o progetto di interesse pubblico che abbia quale finalità statuita quella di produrre, conservare, tutelare, valorizzare e diffondere cultura in ogni settore (archivi, biblioteche, patrimonio mobile e immobile archeologico, storico-artistico e scientifico, architettonico, etnografico e antropologico).

La definizione di SCP è volutamente ampia e generica così da comprendere in sé le diverse caratterizzazioni, sia politico-amministrative sia tecnico-scientifiche, che comprendono in primis le istituzioni pubbliche per il patrimonio culturale, ma anche i soggetti giuridici differenti operanti nel settore, quali organismi e associazioni di interesse pubblico, fondazioni, società miste pubbliche e private, oltre che progetti finalizzati a specifiche attività e azioni, che negli ultimi anni hanno notevolmente diversificato e ampliato il quadro storico di riferimento.

1.1.1.1 Identità
L’identità di un SCP è costituita da:

  • la sua storia;
  • le proprie finalità istituzionali;
  • il contenuto culturale e scientifico da esso prodotto, conservato, diffuso e/o tutelato;
  • la propria struttura gestionale;
  • il luogo ove si trova e/o che occupa.

L’identità di un SCP è fondata sui suoi contenuti culturali e sulla storia della sua formazione, sul luogo ove si trova e sul contenitore che occupa, sulla missione attribuitagli e sulla conseguente organizzazione funzionale, sulle sue relazioni interne ed esterne.
Si intende per contenuto culturale il corpus dei beni che il SCP tutela, conserva, amministra e valorizza, rappresentati contestualmente alla loro formazione storica in quanto insieme omogeneo, raccolta, collezione ecc. oppure culturalmente disomogeneo ma coeso in quanto a condizione giuridica e diffusione territoriale.
Il luogo, da intendersi anche come contenitore architettonico, contribuisce in modo determinante al processo di identificazione di un SCP.
La missione e la conseguente organizzazione del lavoro e dei servizi costituiscono la base dell’assetto relazionale interno ed esterno del SCP in rapporto alla comunità degli altri soggetti istituzionali, culturali e dei cittadini.

1.1.1.2 Categorie
Il settore culturale e scientifico è quanto mai vasto e articolato e nello stesso tempo presenta tali specificità che, al fine di produrre linee guida e criteri di qualità efficaci e utili, si è circoscritta la trattazione alle categorie di soggetti attivi sui contenuti del patrimonio culturale e scientifico. I raggruppamenti proposti si sono formati, nei diversi Stati membri dell’Unione Europea, attraverso un processo storico sostanzialmente comune per quanto riguarda la definizione culturale e giuridico-amministrativa, finalizzata alla gestione del patrimonio intesa nel senso più ampio del termine.
In questa tabella si propone l’elenco delle 8 categorie in rapporto ai beni culturali su cui sono rispettivamente attive.

schema soggetto culturale pubblico

1.1.1.3 Obiettivi
Un SCP realizza le proprie finalità istituzionali e statutarie e soddisfa le esigenze dell’utenza con l’individuazione di obiettivi specifici. Per centrare questi obiettivi il SCP può avvalersi dello strumento del Web.

1.1.2 Applicazione Web culturale pubblica (AWCP)
Si intende per AWCP ogni realizzazione Web i cui contenuti riguardino il patrimonio culturale e scientifico nelle sue articolazioni e che realizzi almeno uno dei seguenti obiettivi:

  • rappresentare efficacemente l’identità e l’attività di un SCP;
  • fornire informazione e divulgazione culturale e scientifica;
  • essere strumento per la formazione, l’educazione e la ricerca scientifica.

Una AWCP è ormai da considerarsi uno tra gli strumenti più efficaci di cui un SCP può disporre per raggiungere i propri obiettivi e soddisfare i bisogni del maggior numero di utenti. Da una parte deve riflettere l’identità del SCP, affiancandosi alle attività tradizionali per rafforzarle e nello stesso tempo garantire l’osservanza delle norme sulle applicazioni tecnologiche che ne innalzino la qualità.

1.1.2.1 Obiettivi
Una AWCP ha propri specifici obiettivi che costituiscono la base del progetto. Alcuni sono generali e necessari (presentare l’identità del soggetto culturale, la sua attività, gli obiettivi dell’applicazione stessa, diffondere contenuti culturali, svolgere un ruolo efficace nei network di settore), altri dipendono strettamente dagli obiettivi che il SCP intende realizzare tramite l’AWCP anche in seguito a un processo di analisi delle esigenze dei propri utenti.

1.1.3 Utenti dell’AWCP
Si intende per utente colui, professionista o no, specialista o no, che utilizza in modo casuale, saltuario, finalizzato, sistematico l’AWCP. Egli è portatore di esigenze estremamente variabili che dipendono sia dal proprio profilo culturale, sia dalle proprie aspirazioni di crescita culturale, sia infine dalle proprie curiosità, anche momentanee.

In generale, nell’ambito delle applicazioni Web, una fase preliminare alla progettazione è dedicata all’individuazione dei “profili degli utenti” sulla cui base sono definiti aspetti cruciali della realizzazione Web.
È necessario riflettere sul fatto che le applicazioni Web prodotte e/o promosse da soggetti pubblici e/o di interesse pubblico, si rivolgono – per missione istituzionale – a un’utenza tanto vasta quanto articolata che sfugge alla composizione di liste predefinite. Va, infatti, considerato che la principale finalità di un’AWCP è quella di diffondere la cultura a tutti i cittadini favorendone la crescita. Devono quindi essere valutate strategie diverse (percorsi selezionati, linguaggi idonei ecc.) adeguate al raggiungimento degli obiettivi.

1.1.3.1 Esigenze degli utenti
Costituiscono un insieme complesso che comprende la richiesta di contenuti affidabili, comprensibili, ricchi e aggiornati da utilizzare per gli scopi più diversi, come il soddisfacimento della curiosità, la crescita formativa, fino alla ricerca scientifica. I contenuti devono essere prodotti e organizzati in modo che gli utenti possano accedervi con la massima facilità possibile.

Non è possibile prevedere tutte le esigenze degli utenti, ma per un’AWCP è comunque necessario puntare alla soddisfazione del numero più ampio. Tutti gli utenti devono essere messi in condizione di scegliere il contenuto culturale più confacente alle proprie esigenze.

 

1.2 Principi
I principi generali di seguito enunciati costituiscono il risultato di una riflessione sul ruolo che deve avere un’applicazione Web nel settore della cultura, specificatamente nell’ambito del patrimonio culturale di competenza pubblica. Oltre a definire motivazioni e utilità alla base di un’applicazione Web, è necessario stabilire il ruolo che deve occupare nel sistema della comunicazione, dell’informazione e della formazione culturali, sia in funzione dei flussi informativi interni ed esterni al SCP, sia in relazione alla sua partecipazione attiva alla comunità telematica.
Tali principi generali, in quanto elementi necessari e fondanti per il requisito di qualità di una AWCP, devono essere valutati nella fase iniziale di sviluppo del progetto alla base di un sito Web, in quanto l’adesione a essi comporta specifiche scelte progettuali.
È comunque consigliabile effettuare periodiche verifiche nel corso della progettazione e in seguito, in occasione dei periodici aggiornamenti dell’applicazione, circa la fedeltà e la corrispondenza ai principi fissati.

1.2.1 Adoperarsi per un’ampia diffusione della cultura
Nella Società dell’informazione e della conoscenza la diffusione della cultura rappresenta uno strumento fondamentale per innalzare la qualità della vita dei cittadini e per affermare il valore aggiunto di una cultura europea condivisa.

1.2.2 Far parte di una comunità di soggetti culturali
Un SCP è parte di una comunità composta da tutti gli altri soggetti culturali che insieme lavorano per il progresso della cultura nel proprio specifico settore.

1.2.3 Approfittare dell’efficacia dei nuovi canali di comunicazione
La prima missione dei SCP è diffondere cultura a persone di diversa preparazione culturale, anche come strumento per innalzare la sensibilità sulla conservazione del patrimonio; per questi obiettivi le applicazioni Web sono un importante e innovativo strumento di comunicazione, da coordinare con quelli tradizionali.

1.2.4 Adottare un uso consapevole del Web
Le ricche potenzialità tecniche del Web devono essere utilizzate con piena consapevolezza affinché costituiscano un valido contributo per raggiungere l’obiettivo di una crescita della Società della conoscenza e dell’informazione, nel rispetto delle diversità culturali e della democrazia.

1.2.5 Considerare la qualità come risultato del processo
di incontro tra soggetti culturali e utenti
L’efficacia di un’applicazione Web richiede il rispetto di criteri di qualità: alcuni sono quelli propri del Web, altri sono legati alla specificità delle applicazioni culturali e scientifiche. Questi ultimi hanno alla base l’interazione consapevole tra gli obiettivi dei soggetti culturali, i bisogni degli utenti e le caratteristiche delle applicazioni Web.

 

1.3 Raccomandazioni generali: politiche e strategie
In questo capitolo vengono trattate, sotto forma di raccomandazioni, le politiche e le strategie che devono essere affrontate nella fase di progettazione di un’AWCP e che si deve prevedere di mantenere nel corso della sua vita.
Possono essere distinti tre aspetti, comunque tra loro connessi:

  • il primo riguarda la definizione di una politica di appartenenza dell’AWCP alla comunità/rete Web, consentendone, previa valutazione dei requisiti di qualità, il riconoscimento tramite speciali modalità; tale appartenenza presuppone anche l’interoperabilità dei propri contenuti;
  • il secondo riguarda l’adozione di opportune strategie di comunicazione, con il coordinamento dei flussi informativi interni al SCP e l’utilizzo organico e coordinato dei diversi canali di comunicazione;
  • il terzo, infine, riguarda la previsione di procedure specifiche che assicurino, particolarmente per i contenuti, strategie efficaci, sicure e aderenti alle normative e agli standard riconosciuti internazionalmente.

1.3.1 Portali e reti della cultura
Un’applicazione Web culturale di qualità, nel rispetto della democrazia del contenuto e della comunicazione, deve essere attivamente presente in reti e portali tematici, in particolare europei, con lo scopo di essere più facilmente riconoscibile e contribuire alla costruzione dell’affermazione di un valore aggiunto europeo.

Reti e portali sostenuti da un SCP possono esaltare alcune peculiarità proprie della cultura. La cultura si connota in quanto bene relazionale, corale, locale e fonte di identità.
La cultura è un bene relazionale per eccellenza, nel senso che essa non è fruibile al di fuori di un contesto sociale. Dunque un’AWCP potenzia le relazioni sociali tra individui e istituzioni organizzate in “reti”. La cultura è un’”opera corale”, ossia coinvolge, in una condizione di essenziale libertà, coloro che ne praticano separatamente o simultaneamente la produzione e il godimento. In questo senso un’AWCP può arricchire e consolidare, affiancando e accogliendo anche iniziative valide che la comunità pone in essere, il capitale sociale di una data comunità e in particolare di quella europea.
La cultura è anche un bene pubblico locale. Sono così definiti quei beni che condividono alcune delle proprietà dei beni pubblici “puri”, quali la condivisibilità e la non appropriabilità. A causa della dipendenza da una base di risorse locali, essi non possono essere offerti universalmente, eccetto nel senso che possono essere offerti a tutti coloro che sono disposti a insediarsi nel territorio dove il bene stesso è localizzato.
Un’AWCP può costituire un nuovo orizzonte per strategie digitali locali e regionali, in accordo al tema fortemente sostenuto dalla politica culturale europea della valorizzazione delle diversità culturali, secondo il concetto di diversità nell’unità. Le reti digitali e portali Internet promossi da un SCP possono essere finalizzati alla promozione di beni e servizi culturali regionali sostenibili e competitivi anche nel mercato globale, in vista del superamento dei problemi legati al digital divide.
La cultura è fonte di identità, che definisce una comunità dalle altre e, come tale, ne contrassegna anche il successo economico della sua base territoriale, attirando residenti e visitatori in forza della congenialità e della bontà dell’offerta culturale. Un’AWCP, attraverso la partecipazione a reti e portali, può dare risalto alle politiche di comunicazione e di diffusione culturale, presentando contenuti informativi e servizi on-line che promuovano una linea di sviluppo territoriale originale, fondata su un alto livello di condivisione locale delle potenzialità delle nuove competenze originate dallo sviluppo delle Information and Communication Technologies (ICT).

1.3.2 Riconoscibilità e visibilità del dominio delle AWCP
È necessario attivare misure utili al raggiungimento sia di un maggior livello di visibilità sia di una precisa identità in rete dell’AWCP.

La visibilità potrà essere raggiunta mediante politiche di comunicazione e informazione esplicite quali la diffusione di comunicati stampa ai siti Web d’informazione e l’inoltro di messaggi mirati a newsgroup e forum e anche mediante intervento coordinato sulla descrizione della struttura dei contenuti del sito. Sarà opportuna l’adozione di un linguaggio descrittivo (ad esempio, metadati strutturati secondo le regole del Dublin Core) che assicuri rintracciabilità e identificazione del SCP da parte dei motori di ricerca. La definizione di una serie di metadati (distinti in obbligatori e facoltativi) può essere compito specifico di un gruppo creato appositamente.
Per assicurare un’identità riconoscibile sarà anche opportuno un sistema di denominazione dei siti che ne assicuri una non equivoca appartenenza a un dominio culturale specifico. Per ottenere questo, si può ipotizzare l’adozione di un dominio di primo livello (tld) specifico tipo “museum” oppure l’attivazione all’interno del dominio di primo livello “eu” (in fase di completamento) di un dominio di secondo livello che renda esplicito il comune valore europeo e culturale (in un caso e nell’altro potrebbe essere “arts” o “cult”).
I governi nazionali (o i gestori del domini) hanno riservato alcuni sub-domini per specifiche funzioni. È questo il caso del dominio di secondo livello di tipo ristretto “.gov” (in Francia “gouv”) attivato, nell’ambito UE, da molti dei paesi membri.
In Italia l’ente responsabile della gestione del codice di nazione (country code) “.it” aveva riservato, sino ad alcuni mesi or sono, specifici subdomini tra i quali “arts”, oggi disponibili senza regole.
Nell’ambito della gestione del Web l’attivazione di “tdl” riservati a particolari categorie e quindi soggetti a una verifica di “appartenenza” è cosa recente ed è avvenuta dopo una lunga fase di proposta, approvazione e gestione delle specifiche tecniche del dominio. I tempi e la complessità tecnica legati alla gestione di un dominio fanno ritenere, al momento, non proponibile una proposta di attivazione di un “tld”.

1.3.3 Coordinamento tra flussi informativi interni ed esterni
Per garantire la qualità di un’AWCP, il flusso informativo interno al SCP deve essere modulato con quello destinato all’esterno, adottando le appropriate tecnologie e garantendo all’AWCP il necessario aggiornamento delle informazioni e dei dati.

Il valore di un’applicazione Web sta nella sua qualità comunicativa e nella stretta relazione che deve mantenere con l’attività del Soggetto (o di un gruppo di Soggetti) che l’ha prodotta o promossa. La gestione dello spazio e delle applicazioni Web di un SCP è allora da concepire come strettamente connessa con la gestione delle informazioni e dei documenti all’interno dell’organizzazione.
Le attuali possibilità di progettazione di un sistema integrato Internet/Intranet, unite ai potenti e versatili strumenti disponibili per l’aggiornamento delle applicazioni di rete da parte di più amministratori con privilegi differenziati, consentono al SCP la progettazione dell’ambiente telematico come vero centro gestionale del sistema documentario e informativo, al suo interno e verso l’esterno.
Per quanto riguarda nello specifico la qualità dell’applicazione Web, è necessario che dallo staff che la gestisce (composto da personale interno o esterno oppure interno ed esterno) siano garantiti contenuti aggiornati, attendibili e di qualità, dal punto di vista dell’appropriatezza del linguaggio e dell’affidabilità delle responsabilità. In particolare, si deve pensare a meccanismi di stretto coordinamento dell’unità operativa che cura il sito Web con quella dedicata alla comunicazione istituzionale. A seconda delle disponibilità di risorse umane e finanziarie si può anche pensare alla sovrapposizione delle diverse unità operative: comunicazione istituzionale, ufficio stampa, sito Web, Intranet, servizi didattici, ufficio comunicazione con il pubblico ecc.
Per la realizzazione di questi servizi, si deve tenere conto sia della necessità che lo staff Web sia composto non solo da tecnici/informatici, ma anche da specialisti della missione culturale dell’istituto e possibilmente da esperti di comunicazione pubblica, sia della necessità di redigere manuali gestionali che definiscano con precisione i flussi informativi e i moduli operativi. In particolare, trattandosi di SCP va stabilito con precisione quali servizi è possibile affidare all’esterno e quali è opportuno gestire all’interno, evitando il rischio (spesso presente) di affidare all’esterno il senso stesso della comunicazione via Web e mantenendo invece il controllo sulla trasmissione del significato dell’identità del Soggetto, in modo del tutto indipendente da chi ha materialmente sviluppato l’applicazione Web.

1.3.4 Coordinamento tra i canali di comunicazione
Un’AWCP di qualità deve essere coordinata con tutti gli altri sistemi di comunicazione, digitali o meno, attivi presso un SCP, definendo, se necessario, un modello organico di comunicazione che comprenda tutti gli aspetti: l’organizzazione del lavoro, le attività di ricerca, selezione e produzione di informazione, l’affidamento di servizi a terzi, il ruolo di eventuali esperti esterni.

Il sito Web di un SCP deve essere concepito come uno strumento di trasmissione d’informazione e di interazione con gli utenti che, da un lato, sappia raccogliere in sé le esperienze comunicative maturate all’interno del Soggetto (se esistenti), le “buone pratiche” realizzate nel settore e, dall’altro, per le sue particolari potenzialità di gestione dell’informazione, vada a costituirsi come archivio attivo (e interattivo) del Soggetto. Pensando dunque a una strategia di comunicazione efficace per un SCP si devono elaborare modelli di cooperazione e interscambio tra i vari canali di comunicazione attivati che tengano conto delle specificità dei singoli media e, insieme, della necessità di coerenza e compattezza dei messaggi verso l’esterno, che preservino l’identità del Soggetto pur nelle dinamiche e variazioni della sua attività.
In particolare, si deve tenere conto delle differenze essenziali tra la comunicazione “dal vivo” e quella, dunque, mediata, tipica degli strumenti telematici. Nella prima, ad esempio, i contenuti culturali oggetto di comunicazione sono di norma direttamente accessibili ai sensi (udito, vista, tatto), quindi fruibili con più immediatezza, tenendo conto anche che la localizzazione della comunicazione – quasi sempre corrispondente alla sede del Soggetto – facilita la stretta connessione tra l’identità dell’istituto e i contenuti culturali che esso tutela. Inoltre, la possibilità di testare il feedback da parte degli utenti in modo immediato aiuta ad “aggiustare il tiro” (pensiamo alla stretta empatia anche non-verbale che si attiva nel corso di visite guidate, lezioni, laboratori ecc.). La comunicazione “diretta”, inoltre, si svolge sostanzialmente sulla base di un’esposizione sequenziale dei contenuti: da un lato sono garantite unicità e coerenza del percorso di fruizione, dall’altro è necessario arricchire il linguaggio (proteggendo dal rischio di appiattimento della lingua, ma obbligando a un lavoro elaborativo sempre nuovo). Si può presentare il pericolo di redigere ed esporre testi faticosi, specialistici, burocratici, prolissi, formali, insomma poco tarati sulla varietà dell’utenza. Infine, la variabilità del messaggio dovuta all’affidamento della comunicazione a diversi attori-comunicatori può inficiarne l’efficacia, che dovrebbe essere coerente nel tempo e nella qualità.
Per quanto riguarda invece la relazione tra utente e Soggetto mediata dallo strumento telematico, si può osservare che i contenuti sono inaccessibili direttamente ai sensi, ma mediati da software e hardware, e, nel caso del Web, dalla personalizzazione della visualizzazione scelta dagli utenti. I contenuti sono separati dall’evento/luogo/documento/monumento cui si riferiscono, ma sono sempre e dovunque accessibili, personalizzabili e in alcuni casi riproducibili. Questa “delocalizzazione” del processo comunicativo sembrerebbe spezzare il legame tra l’identità dell’istituto e i suoi contenuti e obbliga dunque a ricostruirlo o suggerirlo tramite soluzioni comunicative dedicate. Da qui discende la necessità di costruire un Web centrato sull’identità del Soggetto culturale. Per quanto riguarda il feedback, questo non è immediato e la sua analisi implica tecniche specifiche, per cui l’aggiornamento (l’aggiustamento del tiro) ha tempi più lunghi. Si deve evitare soprattutto che questo processo sia guidato più dal veloce cambiamento dello “stile del Web” (influenza del mercato tecnologico) che da ripensamenti sui processi di comunicazione. L’uso dell’ipertesto e la potenzialità multimediale – vale a dire la costruzione di un reticolo di testi ed elementi iconici, sonori, animazioni, filmati ecc.– consentono di costruire un processo comunicativo aperto a più percorsi di “attraversamento”, scelti dall’utente. Si deve però dedicare un’attenzione speciale a garantire che la comunicazione si mantenga coerente, cioè che i percorsi siano vari sia in orizzontale (cioè rispetto alla narrazione: scelta personale di passaggio tra i nodi) sia in verticale (cioè rispetto al profilo di complessità della comunicazione, eventualmente corrispondente al profilo del fruitore). Talvolta alcuni messaggi hanno necessità di percorsi specialistici per essere trasmessi, per cui sono da rendere chiaramente distinguibili dal flusso informativo di base.

1.3.5 Progetto, sviluppo e gestione di un’AWCP
La realizzazione di un’AWCP necessita di un attento lavoro di progettazione. Il piano di fattibilità e la fase di sviluppo devono essere centrati prima di tutto sulla gestione dei contenuti, che comprende la previsione del mantenimento della loro qualità anche per il futuro.

La particolare importanza – o meglio la centralità – dei contenuti e della loro qualità per un’AWCP deve costituire l’elemento di orientamento per la progettazione.
Prima di tutto è necessario considerare con attenzione l’origine, le strategie di mantenimento e di aggiornamento dei dati: l’obbligo di garantire una sostanziale integrità dell’informazione nel corso dei possibili sviluppi successivi dell’applicazione, infatti, deve portare a una progettazione che tenga separati il più possibile i contenuti dalla loro presentazione, lasciando aperta ogni possibilità di modifica dei percorsi e dei formati senza alterare la qualità sostanziale dei dati offerti.
Lo staff di sviluppo, inoltre, deve essere composto sia da esperti dei contenuti del settore culturale coinvolto sia da addetti alla comunicazione del soggetto e da esperti di progettazione Web. Nel corso del lavoro di progettazione, il team di sviluppo dovrà sempre mantenere aperto un canale di comunicazione con gli “sviluppatori” del software per qualunque eventuale nuovo intervento, evitando che modifiche istituzionali e/o formali del SCP o dell’AWCP possano causare la perdita dei contenuti. Il team Web del SCP, inoltre, coordinato da un responsabile di progetto esperto di contenuti culturali e di comunicazione on-line, dovrà garantire nel tempo la funzione di tenere viva, nelle forme tipiche della rete, la comunicazione istituzionale del Soggetto rappresentato, affiancandosi dunque all’Ufficio stampa e ai tradizionali mezzi di comunicazione interni.
Un altro elemento da considerare deve essere quello relativo al monitoraggio continuo dell’audience raggiunta. L’analisi del feedback deve essere quindi parte del progetto fin dall’inizio, così da dotarsi di uno strumento di monitoraggio grazie al quale poter fare interventi immediatamente visibili che offrano fortemente il senso del lavoro attorno all’AWCP, anche in termini di servizio modulabile sulle richieste dei fruitori.

1.3.6 Interoperabilità
L’Interoperabilità è uno dei principi informatori del Web: le specifiche dei linguaggi e dei protocolli del Web devono essere compatibili tra loro, e consentire a qualunque hardware e software di interoperare. Il Web deve essere in grado di accogliere il progresso delle nuove tecnologie evolvendosi in modo semplice quando è necessario, al fine di incorporare nuove funzioni e adeguarsi a nuove esigenze. In altre parole, deve garantire scalabilità e questo può essere realizzato mediante principi di progettazione quali la semplicità, la modularità e l’estensibilità.

In tale evoluzione si possono individuare, per quanto concerne l’interoperabilità, diversi stadi: partendo da soluzioni di un livello di integrazione molto basso, l’evoluzione si sposta verso soluzioni di maggiore e vera integrazione applicativa.
Questi livelli corrispondono a

  • utilizzo di convertitori di dati;
  • studio, elaborazione e adozione di formati standard di interscambio;
  • utilizzo di formati dati “aperti”.

L’interoperabilità può riguardare sia tecnologie “omogenee” (cioè dello stesso produttore), sia tecnologie eterogenee (cioè di produttori diversi).
Un particolare approccio alla rappresentazione e all’interscambio dei dati prevede la marcatura, per mezzo dello standard XML, dei tipi di documenti scambiati. Si va diffondendo, difatti, l’attenzione per XML quale tecnologia utile a definire le modalità di integrazione e di interoperabilità tra i sistemi informativi pubblici mediante:

  • diffusione dei linguaggi di marcatura nello scambio di informazioni strutturate tra le amministrazioni, che fornisca elementi dimensionali per stabilire costi ed eventuali priorità di intervento;
  • organizzazione e modalità di alimentazione di un repository delle informazioni marcate e strutturate scambiate dalle amministrazioni pubbliche tramite servizi di interoperabilità ovvero servizi applicativi; all’interno della proposta dovrà essere anche affrontato il problema dell’ottimale modalità di rapporto tra accordi spontanei e iniziativa di coordinamento;
  • analisi degli strumenti di ausilio alla marcatura di documenti, negli aspetti riguardanti la loro standardizzazione e maturità di mercato;
  • misure per favorire un uso di XML finalizzato a migliorare l’erogazione di servizi a cittadini e imprese.

Obiettivo è quello della realizzazione del Semantic Web. Si tratta di una prospettiva di «estensione dell’attuale Rete nella quale l’informazione sia fornita con significati ben definiti, maggiormente in grado di abilitare persone e computer a lavorare in cooperazione»1. Un’altra definizione afferma che «Il Web Semantico è la rappresentazione di dati sul WWW. È basato sul Resource Description Framework (RDF), che integra una varietà di applicazioni che usano XML per la sintassi e le URL per le denominazioni»2.

1.3.7 Rispetto di IPR e privacy nei contenuti
I contenuti diffusi da un’AWCP riguardanti il patrimonio culturale e scientifico devono garantire la tutela del diritto d’autore (IPR) e il rispetto della riservatezza dei dati personali sensibili (privacy), in base alle normative europee e nazionali in vigore.

Il passaggio dagli abituali dispositivi di acquisizione e riproduzione e dai tradizionali supporti analogici verso i nuovi sistemi basati su tecnologia digitale pone soprattutto per i SCP la problematica della protezione dei diritti di proprietà intellettuale (IPR) dei documenti digitali che vanno a costituirsi e la tutela della privacy rispetto ai loro contenuti. Le informazioni e le banche dati sul patrimonio culturale e scientifico dovranno, prima di tutto, prevedere livelli di fruizione differenziati per profili di utenti abilitati ad accedere a determinati ambiti di contenuti e servizi, sia in base a criteri legali sia in virtù di una transazione commerciale. Si può provvedere a celare a utenti non autorizzati dati sensibili per tutelare, in primo luogo, la sicurezza del bene: si pensi, ad esempio, ai casi di localizzazione di aree archeologiche o di relitti sommersi o dei beni appartenenti a collezionisti privati che non intendono rivelare la localizzazione geografica della collezione; il dato riguardante la localizzazione potrebbe essere “degradato”, ad esempio, indicando non il luogo esatto, ma la provincia. Per la tutela della privacy per quanto riguarda i documenti d’archivio possono essere stabilite limitazioni di legge in merito al contenuto dei documenti in formato digitale, similarmente a quelle poste per il formato analogico. In fase di progettazione e sviluppo di un’AWCP si rende dunque necessaria una selezione del materiale da pubblicare, quindi l’individuazione dei portatori di diritti e infine la previsione di procedure di inoltro di richieste di autorizzazione alle istituzioni preposte alla tutela (musei, soprintendenze ecc.) o ai proprietari dei beni dei dati sensibili in relazione alla privacy. Per quanto riguarda la tutela dei diritti d’autore sui contenuti pubblicati (quelli legati alla proprietà del bene riprodotto e quelli legati alla proprietà intellettuale del contributo scientifico originale), si stanno affermando alcune pratiche e tecniche di efficacia sempre maggiore. Prima di tutto, nel caso delle riproduzioni, la più semplice tecnica è l’offerta non della riproduzione ad alta definizione ma di una versione di bassa qualità, che garantisca comunque la funzione di diffondere cultura, senza implicare la svendita di “beni digitali” ottenuti in seguito a investimenti spesso notevoli. Per i diritti d’autore si possono mettere a disposizione di tutti versioni sintetiche o parziali dei contributi scientifici originali, attivando procedure di autorizzazione differenziata. Le più raffinate tecniche di marcatura elettronica (digital watermarking) permettono di inserire in un insieme di dati un marchio, un codice opportuno, che può garantire una corretta e legale distribuzione del bene digitale o digitalizzato, identificandone univocamente il legittimo proprietario o acquirente, oppure l’utilizzatore autorizzato. Attraverso l’uso di sistemi applicativi specifici – i cosiddetti “ragni” – sono possibili la ricerca e la rintracciabilità in rete dei contenuti protetti prelevati da un’AWCP senza la necessaria autorizzazione. L’inserimento del watermark non deve però apportare degradazioni alla qualità del dato, cioè non deve recare modificazioni visibili rispetto al contenuto originale.

1.3.8 Conservazione dei contenuti Web
Gli SCP devono essere in prima linea nella diffusione delle buone pratiche e degli standard per la conservazione a lungo termine dei materiali pubblicati su Internet, patrimonio informativo del nostro presente da tramandare per il futuro.

Attualmente, in tutti i settori, Internet costituisce un canale prioritario per la diffusione, l’elaborazione e la ricerca di informazioni, oltre che per la loro conservazione. Il rischio è che questa ingente massa di informazioni possa andare perduta se non si attuano strategie di conservazione a lungo termine, particolarmente nei casi in cui Internet sostituisce gli altri canali di informazione. Basti pensare, solo per fare un esempio, alle informazioni sui patrimoni bibliografici di molte biblioteche, i cui cataloghi sono disponibili unicamente sul Web. Se si considera che l’attuale vita media di una pagina Web è stimata intorno ai quaranta giorni, la sfida è tramandare le fonti su cui sarà studiata la cybercultura, anche solo fra pochi anni. La consapevolezza dell’urgente necessità di definire politiche e strategie di conservazione del patrimonio informativo digitale ha prodotto, in questi ultimi anni, progetti internazionali di ricerca e alcune sperimentazioni con esiti incoraggianti. Se la gestione dei documenti digitali e delle banche dati a circolazione locale può ormai contare, attraverso queste iniziative, su solidi riferimenti tecnici e organizzativi, per quanto riguarda i contenuti Web tutto è ancora da fare. La dinamicità tipica dei materiali, la loro forte carica di interattività, lo sviluppo continuo dei formati tecnologici e, non ultima, la molteplicità dei produttori rende più complessa la conservazione dei contenuti Web. Se tutti i produttori e sviluppatori sono coinvolti, i soggetti pubblici devono però rivestire un ruolo centrale cui sono tenuti, sia per la cura particolare dei documenti prodotti nell’ambito della propria attività sia per la loro naturale vocazione di custodi della memoria della civiltà, sia infine per le funzioni più tecniche che svolgono per la conservazione dei documenti archivistici e bibliografici.
I soggetti coinvolti nella conservazione a lungo termine, allora, sono prima di tutto i produttori di Web, pubblici e privati, che devono produrre e gestire i propri archivi digitali utilizzando gli standard internazionali, quindi le istituzioni di conservazione di livello nazionale (di norma archivi e biblioteche nazionali) in grado di garantire la disponibilità nella lunga durata e l’adeguata tutela del diritto d’autore e della privacy dei contenuti; infine, a livello internazionale – considerata soprattutto la globalità del Web – è necessaria una cooperazione continua sia sulle implicazioni legali sia su quelle tecniche. Per quanto riguarda i contenuti da conservare, infine, è necessaria una strategia di selezione; similarmente a quanto avviene con i tradizionali sistemi, la selezione deve basarsi su criteri riconosciuti di livello almeno nazionale, compatibilmente con la fattibilità tecnologica e finanziaria.


1] Tim Bernes-lee -James Hendler - Ora Lassila, The Semantic Web "Scientific American", May 2001

2] http://www.w3.org/2001/sw


   
 
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