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Manuale per la qualità dei siti Web pubblici culturali

   
 
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Come usare il Manuale
a cura di Pierluigi Feliciati e
Maurizio Vittoria


Come iniziare?
In quest’Appendice vi proponiamo tre esempi di utilizzo del manuale, per aiutarvi a usarlo al meglio. Ognuno degli esempi è dedicato alle prime tre delle otto categorie di SCP proposte nel manuale: il sito Web di un archivio (esempio 1), di una biblioteca (esempio 2) e di un museo (esempio 3).
Per ogni esempio proveremo a simulare l’analisi che consigliamo di fare al Soggetto culturale sui propri obiettivi, sulle esigenze degli utenti che il proprio sito Web di qualità sarebbe in grado di soddisfare con efficacia, sulla propria organizzazione e sui servizi che si ritiene in grado di offrire. A partire da quest’analisi proporremo una struttura possibile di sito Web per ognuno dei tre esempi: in particolare vedremo le aree di navigazione primaria e tenteremo lo sviluppo di almeno una tra queste, esplodendola al livello della navigazione secondaria.
Per iniziare, sappiamo esistere un percorso comune a tutte e tre le categorie esempio (Archivi, Biblioteche e Musei), secondo il modello su cui è basato il manuale e che vi riproponiamo qui.

1. Identità e missione del soggetto, obiettivi del sito,
principi e raccomandazioni

Per la fase di analisi alla base della progettazione, il capitolo 1 del manuale offre un aiuto nella definizione degli obiettivi che il SCP intende raggiungere tramite un sito Web, attivando un processo di incrocio tra la propria missione, le proprie attività tradizionali, le modalità di comunicazione dei propri contenuti culturali, i bisogni degli utenti e le potenzialità delle applicazioni sviluppabili attraverso gli strumenti tecnologici della grande rete (cfr. paragrafo 1.1).
Nel capitolo 1, inoltre, vengono enunciati dei principi (cfr. paragrafo 1.2), che dovranno costituire la base necessaria e fondante per lo sviluppo di un’AWCP di qualità, non dimenticando che l’adesione a essi comporta l’adozione di una linea di politica culturale; questi principi vertono infatti sul valore aggiunto costituito dall’appartenenza del Soggetto alla comunità culturale internazionale, rafforzata dalla presenza attiva nella rete telematica mondiale, le cui potenzialità devono essere utilizzate dunque con piena consapevolezza;
Ancora nel capitolo 1, entrando sempre di più nel merito del progetto del proprio sito, sono elencate otto raccomandazioni (paragrafo 1.3), che prevedono, più strettamente dei principi, scelte strategiche precise. Si parte dalla definizione di un’attiva politica di presenza nei portali e nei network di livello nazionale e internazionale, con la conseguente attenzione all’adozione di scelte sulla riconoscibilità del processo di qualità adottato; si passa all’adozione di idonei processi organizzativi interni che garantiscano il coordinamento tra i canali di comunicazione tradizionalmente attivi con quello del Web, all’attenzione necessaria al continuo aggiornamento di quest’ultimo inserendolo opportunamente nei flussi informativi interni e all’elaborazione di strategie organizzative puntate a garantire la necessaria saldatura tra la vita del soggetto e quella del sito. Infine, si raccomanda massima attenzione alle norme e agli standard nazionali e internazionali sulla qualità dei contenuti pubblicati sul Web, così da garantire la possibile interoperabilità dei propri dati con altri sistemi informativi, la tutela dei diritti giuridici ed economici connessi e infine la conservazione a lungo termine dei contenuti e dei supporti digitali.

2. La qualità come sintesi tra accessibilità e usabilità:
i punti di riferimento e l’approccio pratico alle soluzioni

La lettura del capitolo 2 è indispensabile per avviare la fase progettuale vera e propria. In questa fase devono essere infatti messi bene a fuoco i presupposti di accessibilità e usabilità della propria applicazione Web (paragrafi 2.1 e 2.2), requisiti alla base della qualità, che a loro volta non possono prescindere dal coinvolgimento degli utenti. Per convertire principi, norme e criteri in scelte operative è opportuno far proprio il modello che proponiamo nel manuale, quello dei Pattern (paragrafo 2.4). Questo approccio ai problemi concreti di progettazione e realizzazione è basato sul presupposto logico che per risolvere problemi ricorrenti è conveniente basarsi su soluzioni note e consolidate: i Pattern sviluppati per la realizzazione di AWCP di qualità costituiscono allora un riferimento utile soprattutto per coloro che si devono interessare di Web pur non essendone esperti. Possono costituire infatti un concreto linguaggio di comunicazione con i tecnici, per poter indicare loro efficacemente cosa si vuole e perché lo si vuole, non prescindendo del tutto da come la soluzione sia realizzabile (spesso l’accessibilità e usabilità dei siti è basata anche sulle soluzioni tecniche adottate!).
Il Catalogo dei Pattern proposto nel Manuale, riferimento di base nella progettazione e nella realizzazione di un’AWCP accessibile e usabile (paragrafo 2.4 e appendice 2) è organizzato in cinque categorie, che comprendono un totale di 33 Pattern: Far percepire i contenuti, Presentare i contenuti, Far navigare il sito, Far effettuare ricerche, Interagire con gli utenti. Un esempio di uso pratico del modello dei Pattern, comunque chiude il capitolo 2, per aiutarvi meglio a comprendere il modello e guidarvi nella lettura e nell’uso delle schede.

3. Progettare un’AWCP di qualità
Con il capitolo 3 arriviamo al dunque: a questo punto dobbiamo intersecare l’analisi del nostro soggetto culturale, la sua missione e le aspettative che ripone nel canale di comunicazione Web per soddisfare meglio (o solo diversamente) le esigenze degli utenti, tenendo conto inoltre dei principi e delle raccomandazioni strategiche nel cui alveo ci si dovrà muovere (capitolo 1), con la messa a fuoco delle problematiche progettuali proprie del Web di qualità (capitolo 2), sintesi di accessibilità e usabilità (questioni non solo tecnologiche, ma legate strettamente alla qualità dei contenuti e alla soddisfazione effettiva degli utenti).
Eccoci allora alla definizione degli obiettivi specifici per il Web culturale pubblico, e alla particolare declinazione di questi a seconda della categoria culturale. Nel Manuale abbiamo provato a riassumere questi obiettivi in 12 definizioni che possono aiutare a disegnare le aree di cui sarà composto il nostro sito: riferendoci costantemente al Catalogo dei Pattern (capitolo 2), possiamo cominciare infatti a definire la struttura del sito, della sua pagina di apertura (home page) e delle aree di navigazione primaria. Quindi possiamo addentrarci ancor più analiticamente nell’esplosione di queste aree nelle voci della navigazione secondaria, con un’analisi degli obiettivi più accurata e attenta a evitare sovrapposizioni e ripetizioni inutili.
Ma in questa fase, ci sembra affiorino le diversità tra le varie categorie di Soggetti culturali, differenze di forma e di sostanza nella definizione degli obiettivi e nel modo di affrontarli, per cui in questa “guida al manuale” dobbiamo passare a una trattazione separata per il nostro archivio, la nostra biblioteca e il nostro museo.

Esempio 1 – Il sito di un archivio
Gli archivi, intesi come istituti di concentrazione di materiali documentari ordinati, le cui funzioni prevedano la loro conservazione e la predisposizione di servizi di fruizione da parte del pubblico, hanno spesso patito difficoltà, visto l’ambito tipicamente delimitato geograficamente dei propri contenuti documentari: il Web si è presto rivelato uno strumento particolarmente efficace per raggiungere un’utenza più vasta, oltre che contribuire a mantenere una collaborazione attiva con altri soggetti culturali, con le organizzazioni e le associazioni di settore.
Il nostro archivio-tipo può effettuare un’analisi degli obiettivi affrontabili tramite un sito Web partendo da una riflessione sulla propria identità – missione, attività, servizi, strategie comunicative – che ha senza dubbio tratti comuni ad altri archivi, ma può presentare anche differenze significative. Il nostro esempio, quindi, va preso come una necessaria semplificazione, non applicabile tout court a ogni istituto archivistico.
Sulla base dell’analisi degli obiettivi Web, allora, possono essere definite, a titolo di esempio, 5 aree di navigazione primaria, con possibili suddivisioni di secondo e terzo livello: l’archivio (area dedicata all’identità dell’istituto, vale a dire della sua missione, storia, attività, sede, orari), il patrimonio (vale a dire il patrimonio documentario conservato, la storia della sua formazione, i soggetti produttori e le condizioni di accesso), i servizi (la sala di studio e consultazione, la biblioteca, i servizi didattici, i servizi di riproduzione, le attività di formazione specialistica), le risorse in rete (cioè il rinvio agli altri siti di interesse archivistico connessi con l’Archivio) e gli eventi/novità (cioè le informazioni aggiornate sulle iniziative in corso presso l’archivio e sulle novità del sito Web).
Proviamo a disegnare meglio questa struttura di esempio:

struttura di esempio del sito di un archivio

Quindi, incrociamo la struttura del manuale e dei suoi contenuti con quella del nostro progetto di organizzazione tematica del sito Web, “esplodendo” soltanto una delle aree di navigazione secondaria. In questo modo abbiamo un percorso-tipo per l’uso delle definizioni degli obiettivi per la nostra specifica categoria e delle schede dei Pattern.
Esempio di un percorso-tipo per il sito di un archivio

esempio di un percorso-tipo per il sito di un archivio

Esempio 2 – Il sito di una biblioteca
Le biblioteche, intese come organismi istituiti e sostenuti dalla comunità, che offrono a chiunque eguale accesso alla conoscenza, alle informazioni e alle opere umane attraverso una serie di risorse e servizi, possono puntare a fornire attraverso il Web tutti i servizi che già offrono tradizionalmente e, grazie alle nuove tecnologie, vedere amplificata la loro principale attività: la circolazione del sapere. La biblioteca on-line può diventare quindi una sorta di “porta elettronica” aperta al mondo dell’informazione, qualunque tipo esso sia, offrendo materiali e informazioni di tutti i tipi, costantemente aggiornati. La scelta dei materiali e degli strumenti deve partire comunque da una riflessione sulla propria identità – missione, attività, servizi, strategie comunicative – che se pure ha senza dubbio tratti comuni tra tutte le biblioteche, può presentare anche differenze significative. Il nostro esempio, quindi, va preso come una necessaria semplificazione, non applicabile tout cour a ogni biblioteca.
Sulla base dell’analisi degli obiettivi Web, allora, possono essere definite, a titolo di esempio, 6 aree di navigazione primaria, con possibili suddivisioni di secondo e terzo livello: la biblioteca (dedicata all’identità dell’istituto, vale a dire alla sua missione, storia, attività, sede, orari), il patrimonio (vale a dire il patrimonio librario e artistico conservato, la struttura e la storia delle singole collezioni), i cataloghi in linea (quello della propria biblioteca, il proprio OPAC (Online Public Acces Catalog) cioè, gli altri cataloghi nazionali e internazionali), i servizi (le sale di lettura, i singoli cataloghi, i servizi di reference, di prestito, di riproduzione, le attività didattiche), le risorse in rete (cioè il rinvio agli altri siti di biblioteche, a risorse di settore e a speciali motori di ricerca) e infine gli eventi/novità (cioè le informazioni aggiornate sulle iniziative in corso presso la biblioteca e sulle novità del sito Web).
Proviamo a disegnare meglio questa struttura di esempio:

struttura di esempio del sito di una biblioteca

Quindi, incrociamo la struttura del manuale e dei suoi contenuti con quella del nostro progetto di organizzazione tematica del sito Web, “esplodendo” soltanto una delle aree di navigazione secondaria. In questo modo abbiamo un percorso-tipo per l’uso delle definizioni degli obiettivi per la nostra specifica categoria e delle schede dei Pattern.

Esempio di un percorso-tipo:

esempio di un percorso-tipo del sito di una biblioteca

Esempio 3 – Il sito di un museo
I musei, al di là della definizione dell’ICOM riportata in apertura del paragrafo 3.3.4, costituiscono davvero uno degli insiemi più articolati e variegati, per le tante storie della loro formazione, per i diversissimi contenuti, raccolte e composizioni, e dunque per il loro costituire una rappresentazione “astratta” delle società che li hanno generati. D’altra parte, il museo è di per sé un veicolo di comunicazione culturale, con propri codici e linguaggi a lungo elaborati e sperimentati, quindi nello sviluppo di un sito Web si deve tenere conto in modo particolare del rapporto tra linguaggi di comunicazione: dal sito Web “vetrina” si deve tendere ad un sito Web thesaurus che, riflettendo appieno l’identità del museo, si proponga come luogo, sì di informazione, ma anche strumento – interno ed esterno – per la diffusione, la consultazione, la ricerca, l’educazione sui contenuti del museo.
L’applicazione multimediale nella sua versione on-line, allora, tende a divenire quindi un’integrazione sempre più importante non solo rispetto ad alcuni servizi tradizionali (prenotazione visite, vendita di biglietti, cataloghi ecc.) ma proprio per lo svolgimento delle prioritarie funzioni di educazione riservate al museo e sulle quali, all’interno del dibattito museografico, si va ponendo l’accento, fino a considerare i musei come centri di educazione permanente. Proprio le capacità d’interazione e le possibilità di costruzione e adeguamento a differenti stili di apprendimento rendono lo strumento multimediale quanto mai adeguato ai nuovi indirizzi museografici.
La scelta dei materiali e degli strumenti da destinare al sito Web deve partire dunque da una riflessione sulla propria identità – storia, missione, attività, servizi, strategie comunicative, percezione dell’opinione pubblica – per cui l’esempio che qui si propone deve essere considerato di massima, non applicabile tout cour ad ogni possibile museo.
Sulla base dell’analisi degli obiettivi Web, allora, possono essere definite, a titolo di esempio, 6 aree di navigazione primaria, con possibili suddivisioni di secondo e terzo livello: il museo (dedicata all’identità dell’istituto, vale a dire alla sua missione, fondazione, storia, attività, sede, orari ecc.), il patrimonio (vale a dire i beni culturali conservati, la storia delle collezioni e i relativi cataloghi), i percorsi (per orientarsi nel patrimonio: tematici o dedicati ai bambini), i servizi (biblioteca, archivi, prenotazioni, bookshop, caffeteria, conferenze ed esposizioni temporanee), le risorse in rete (cioè il rinvio agli altri siti correlati di altri musei, a risorse di settore e a speciali motori di ricerca) e infine gli eventi/novità (cioè le informazioni aggiornate sulle iniziative in corso presso il museo e sulle novità del sito Web).

Proviamo a disegnare meglio questa struttura di esempio:

struttura di esempio del sito di un museo

Quindi, incrociamo la struttura del manuale e dei suoi contenuti con quella del nostro progetto di organizzazione tematica del sito Web, “esplodendo” soltanto una delle aree di navigazione secondaria. In questo modo abbiamo un percorso-tipo per l’uso delle definizioni degli obiettivi per la nostra specifica categoria e delle schede dei Pattern.

Esempio di un percorso-tipo per il sito di un Museo:

esempio di un percorso per il sito di un museo



   
 
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