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WP4 - Gruppo di lavoro italiano "Interoperabilità e servizi"
Linee guida tecniche per i programmi di creazione di contenuti culturali digitali
Edizione italiana 2.0

PROGETTAZIONE

La progettazione deve esplicitare e documentare le seguenti attività:

  • definizione degli obiettivi, inclusa la strategia di fruizione dei contenuti digitali da produrre
  • definizione dei criteri di selezione del materiale da digitalizzare (per esempio: rarità, conservazione, integrazione delle raccolte, richieste utenti)
  • individuazione dei diritti di proprietà intellettuale e di riproduzione connessi ai materiali da riprodurre
  • definizione del sistema di gestione degli oggetti digitali (per esempio, Digital Assets Management System)
  • individuazione delle risorse (umane, tecnologiche, finanziarie), dei costi e della sostenibilità del progetto. Le risorse umane possono essere interne e/o esterne all’istituzione che sviluppa il progetto; le varie fasi del piano progettuale dovrebbero essere assegnate alle diverse risorse umane, identificando le esigenze di formazione in base alle tecnologie adottate, al trattamento degli originali e alle operazioni di schedatura documentaria
  • identificazione del flusso di lavoro idoneo al perseguimento delle fasi del progetto.

Il progetto dovrebbe contenere nel suo complesso sia un piano di manutenzione e sicurezza a breve e medio termine, sia una strategia di sostenibilità a lungo termine.

2.1  Il flusso di lavoro

Particolare attenzione deve essere rivolta all’identificazione del flusso di lavoro (workflow) idoneo per perseguire le diverse fasi del progetto. L’ottimizzazione del lavoro dipende da una corretta analisi del workflow.
Di seguito si offre, a titolo esemplificativo, la successione delle fasi del flusso di lavoro (workflow) per uno specifico progetto di digitalizzazione1:

  • catalogazione dell'oggetto da digitalizzare
  • acquisizione delle immagini digitali, produzione dei file con nomenclatura prestabilita, produzione dei metadati relativi alle immagini
  • primo controllo di qualità delle immagini
  • archiviazione dei master digitali delle immagini
  • produzione dei metadati amministrativi, descrittivi e strutturali
  • generazione di formati per la pubblicazione in rete, secondo una predefinita strategia di fruizione pubblica, attraverso una procedura automatizzata
  • pubblicazione nell’area di lavoro interna (Intranet) per eseguire il secondo controllo di qualità
  • pubblicazione sul Web
  • collaudo.

Il flusso di lavoro deve essere definito e valutato in rapporto alla specifica organizzazione del lavoro adottata; esso varia, ad esempio, a seconda che le operazioni si svolgano esclusivamente all’interno dell’istituzione, oppure siano affidate, in parte o interamente, a ditte esterne.
Di seguito si offre un esempio di diagramma di flusso per un sistema misto (ovvero, con flusso di lavoro parte interno e parte esterno all’istituzione) nell’ambito di un progetto di creazione di immagini digitali (Progetto Biblioteca digitale galileiana dell’IMSS).

esempio diagramma di flusso

Si dovrebbero documentare e controllare tutte le fasi di lavoro del progetto di digitalizzazione, dalla fase iniziale (operazioni inerenti alla preparazione per la digitalizzazione, specifiche del progetto ecc.) alla fase conclusiva (controllo di qualità finale, archiviazione, collaudo), possibilmente con l’impiego di un data base gestionale.


esempi, raccomandazioni e linee guida

Arts and Humanities Data Service (AHDS)
Guides to Good Practice in the Creation and Use of Digital Resources
<http://ahds.ac.uk/guides.htm>
<http://ahds.ac.uk/creating/guides/index.htm>

Technical Advisory Service for Images (TASI)
<http://www.tasi.ac.uk/>

A Feasibility Study for the JISC Image Digitisation Initiative (JIDI)
<http://heds.herts.ac.uk/resources/papers/jidi_fs.html>

Joint NPO and RLG Preservation Conference Guidelines for Digital Imaging.
28-30 September 1998
<http://www.rlg.org/preserv/joint/>

Digital Library Federation, Research Libraries Group,
Guides to Quality in Visual Resource Imaging
<http://www.rlg.org/legacy/visguides/>

European Commission, Interoperable Delivery of European eGovernment Services to public Administrations, IDABC
<http://europa.eu.int/idabc/en/home>

European Communities, European Interoperability Framework for Pan-European eGovernment Services, Version 1.0, 2004
<http://europa.eu.int/idabc/servlets/Doc?id=19529>

European Commission Enterprise DG. Architecture Guidelines
for trans-European Telematic Networks for Administrations, Version 7.1, 2004
<http://europa.eu.int/idabc/en/document/3485/5887>

Gruppo di lavoro sulla digitalizzazione del materiale fotografico.
Linee di indirizzo per i progetti di digitalizzazione del materiale fotografico
<http://www.iccu.sbn.it/upload/documenti/Linee_guida_fotografie.pdf>

Gruppo di lavoro sulla digitalizzazione di bandi, manifesti e fogli volanti.
Linee guida per la digitalizzazione di bandi, manifesti e fogli volanti
<http://www.iccu.sbn.it/upload/documenti/linee_guida_bandi_sett.2006.pdf>

Gruppo di lavoro sulla digitalizzazione del materiale cartografico.
Linee di indirizzo per i progetti di digitalizzazione del materiale cartografico
<http://www.iccu.sbn.it/upload/documenti/Linee_guida_cartografia.pdf>

2.2  Identificazione delle risorse digitali

Le risorse digitalizzate dovrebbero essere identificate senza ambiguità e dovrebbero essere puntabili in maniera univoca direttamente dal browser web di un utente. È importante, per esempio, che l’utente finale abbia la possibilità di citare esattamente e in modo attendibile una singola risorsa, anziché dover indicare il collegamento al sito web di un intero progetto. Inoltre, revisioni e versioni diverse della risorsa digitale dovrebbero essere identificate chiaramente.
L’identificazione univoca di una risorsa digitale è il primo obiettivo degli identificatori. I progetti dovrebbero far uso a tale scopo dello Uniform Resource Identifier (URI) e dovrebbero garantire che l’URI sia persistente. L’URI adottata dovrebbe essere la più logica, breve e semplice da ricordare e dovrebbe fare riferimento all’istituzione culturale. Tale URI non dovrebbe includere informazioni sul formato del file, la tecnologia del server, la struttura organizzativa del servizio di provider o qualunque altra informazione che verosimilmente possa variare nel corso del ciclo di vita della risorsa.
Nei casi in cui entri in gioco la gestione dei diritti di proprietà intellettuale e delle licenze di accesso alle risorse digitali, i progetti possono voler prendere in considerazione l’adozione di Digital Object Identifiers, come il sistema DOI, e/o di identificatori (identifiers) persistenti basati su altri schemi identificativi, come lo schema non proprietario Handle del CNRI (Corporation for National Research Initiatives).
La decisione riguardo le scelte di nomenclatura delle risorse digitali e delle collezioni digitali deve essere prevista già nella fase di pianificazione della digitalizzazione.
I progetti possono anche volere assicurare che insiemi logici interni alle risorse che essi forniscono siano univocamente e persistentemente raggiungibili. A questo scopo, dovrebbero essere evitate nomenclature generiche di singole risorse digitali e di organizzazioni di collezioni, come “Immagine1.html”, “Archivo1.html”, ma si dovrebbe sempre adottare un nome significativo. In collezioni digitali di grandi dimensioni, tuttavia, nel caso in cui non sia previsto che l’utente debba sfogliare le singole risorse digitali, può essere conveniente usare una nomenclatura generica non descrittiva attribuita automaticamente.
L’uso di convenzioni univoche per nominare le risorse digitali e la struttura delle collezioni digitali (directory) sono elementi chiave per una buona organizzazione della collezione digitale, che risulti facile da navigare per i visitatori. Collezioni digitali ben organizzate rendono inoltre più facile la gestione da parte dei responsabili, ai fini della conservazione a lungo termine delle statistiche e della gestione dei diritti di proprietà intellettuale.


standard

URI. Uniform Resource Identifiers
<http://www.w3.org/Addressing/>

DOI. Digital Object Identifier
<http://www.doi.org/>

Handle system Corporation for National Research Initiatives
<http://www.handle.net/>

esempi, raccomandazioni e linee guida

Mario Sebastiani, Identificatori persistenti per gli oggetti digitali.
«Digitalia», n. 0
<http://digitalia.sbn.it/upload/documenti/digit00_sebastiani.pdf>


1] L’esempio si riferisce al progetto Biblioteca digitale galileiana dell’Istituto e Museo di storia della scienza (IMSS).


 

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