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International workshop
Rome, October, 17th 2002, Palazzo dei Congressi, Bibliocom 2002

Quality in cultural Web sites

edited by the Ministero per i Beni e le Attivitą Culturali In conjunction with European Commission and Associazione Italiana Biblioteche, within the MINERVA Project




Riccardo Ridi
Università degli Studi di Venezia "Ca' Foscari"
ridi@aib.it


La qualità dei siti web delle biblioteche italiane

Non esistono, purtroppo, fonti esaustive a cui attingere per poter valutare prima di tutto la quantità e poi la qualità dei siti web delle biblioteche italiane, perché l'Anagrafe delle biblioteche italiane <http://anagrafe.iccu.sbn.it> dell'ICCU non include attualmente un campo per l'URL delle biblioteche censite, né, peraltro, sarebbe facile mantenere aggiornato un dato cos“ mutevole in un archivio cos“ imponente.

Esistono però in Rete (anche a prescindere dai vari repertori internazionali disponibili in AIB-WEB a partire da <http://www.aib.it/aib/lis/r.htm3>) numerosissimi elenchi di link a siti di biblioteche, cataloghi e >altre enti e entità italiane di interesse bibliotecario, spesso >spuri e sempre incompleti, fra i quali i due più ricchi e >ordinati sono da tempo:

Assai utili per l'individuazione dei siti, sebbene solo indirettamente, in quanto orientati ai soli cataloghi, risultano anche altri tre repertori con copertura nazionale:

  • OPAC italiani: Repertorio dei cataloghi (OPAC) di biblioteche italiane disponibili via Internet <http://www.aib.it/aib/opac/repertorio.htm> a cura della redazione di "Opac italiani" (coordinatrice Antonella >De Robbio, vicecoordinatore Claudio Gnoli) presso AIB-WEB, il Web >dell'Associazione Italiana Biblioteche. Ordinamento geografico.
  • Liste italiane di periodici: Repertorio delle liste alfabetiche disponibili via Internet di periodici posseduti da biblioteche italiane <http://www.aib.it/aib/lis/opac2.htm> a cura di Barbara Varotto presso AIB-WEB, il Web dell'Associazione >Italiana Biblioteche. Repertorio delle pagine web in cui le >biblioteche italiane elencano i periodici cartacei posseduti, anche >in assenza di un vero e proprio OPAC interrogabile. Ordinamento geografico.

  • Scambi e doni tra biblioteche <http://www.cilea.it/Virtual_Library/bibliot/doppi.htm> a cura di Eleonora Rodi e Fulvia Valenti presso la Virtual library >del CILEA. Include gli "elenchi dei fascicoli doppi dei periodici >disponibili presso le biblioteche" italiane. Ordinamento >disciplinare.

Esistono inoltre vari discreti repertori su base regionale, fra i quali mi limito a segnalare, a mo' di esempio:

A livello di letteratura, oltre ad alcune rubriche di recensioni (pubblicate ad esempio da "Biblioteche Oggi" e "Bibelot") si possono ricordare alcuni contributi che allargano il discorso dalla misurazione quantitativa alla valutazione qualitativa:

  • Bazzocchi, Vincenzo - Cavazza, Laura - Fanti, Rossella - Santoro, Vincenzo [1997] Biblioteche italiane in Internet: una prima ricognizione, "L'informazione bibliografica", XXIII, 3, p. 445-451.
  • Boretti, Elena [2000] Valutare Internet. La valutazione di fonti di documentazione web, in AIB-WEB contributi, febbraio, <http://www.aib.it/aib/contr/boretti1.htm>.
  • Gnoli, Claudio [2002] WWW da bibliotecari. Tradizione documentaria applicata alla rete nell'esperienza di AIB-WEB, "Bollettino AIB", XLII (2002), 1, p. 43-56, oppure <http://www.aib.it/aib/boll/2002/02-1-043.htm>.
  • Rasetti, Maria Stella [2000] L'odalisca sul risci˜. L'uso del sito web come strumento di management per valutare e dirigere i processi organizzativi in biblioteca, “Biblioteche oggi”, XVIII, 9, p. 8-20.
  • Ridi, Riccardo [2000] La qualità del Web della biblioteca come equilibrio tra forze centrifughe e centripete. Alcuni requisiti fondamentali, "Biblioteche oggi”, XVIII (2000), n. 7, p. 50-61, oppure in La qualità nel sistema biblioteca. Innovazione tecnologica, nuovi criteri di gestione e nuovi standard di servizio, atti del convegno di "Biblioteche oggi", Milano, 9-10 Marzo 2000, a cura di Ornella Foglieni, Milano, Editrice Bibliografica, 2001, p. 194-215.
  • Ridi, Riccardo [2001] Il Web bibliotecario come incunabolo digitale, in Riforma universitaria e rivoluzione dei media: una sfida per le biblioteche universitarie, atti del convegno internazionale a Bolzano, 28-29 Settembre 2000, a cura di Franz Berger e Klaus Kempf, Firenze, Casalini libri, 2001, p. 59-72, oppure <http://www.digital.casalini.it/unibolzano/pdf/88-85297-64-1_i_007.pdf>.

La Regione Lombardia é l'unica che finora abbia effettuato (due volte, nel 1999 e nel 2002) un censimento quantitativo e qualitativo dei siti web delle biblioteche del proprio territorio, allargato anche a quelle non afferenti ad enti locali:

  • Censimento dei siti web delle biblioteche lombarde, a cura di Riccardo Ridi in collaborazione con Ilaria Brancatisano, in Multimedialità nelle biblioteche lombarde, a cura di Valeria Fioroni, Claudio Gamba, Maria Laura Trapletti e Riccardo Vaccaro, presentazione di Ornella Foglieni, Milano, Regione Lombardia, 1999, p. 19-63.
  • Censimento dei siti web delle biblioteche lombarde, seconda edizione, a cura di Sara Franzoso e Riccardo Ridi, Milano, Regione Lombardia, Marzo 2002, <http://www.biblioteche.regione.lombardia.it/regsrc/cens2.pdf>. Elenco dei siti censiti disponibile a <http://www.biblioteche.regione.lombardia.it/regsrc/cens.htm>, >aggiornamento a cura dell'unità operativa "Catalogazione e >sistemi informativi documentari e multimediali" della Regione >Lombardia.

Esistono infine numerose tesi di laurea che potrebbero essere utili per la raccolta di dati, soprattutto se venissero coordinate fra loro, alcune delle quali hanno utilizzato la griglia per il censimento e la valutazione degli elementi dei siti web bibliotecari creata in occasione dei due censimenti lombardi. Fra esse:

  • Cassamali, Maura [2001] Le pagine web delle biblioteche pubbliche italiane. Analisi dei siti Internet e creazione di un sito ideale, Università cattolica del Sacro Cuore - Facoltà di lettere e filosofia, relatore Paolo Galimberti, anno accademico 200/2001.
  • Franzoso, Sara [2000] I siti web delle biblioteche venete. Analisi, censimento e valutazione, Università degli studi di Venezia Ca' Foscari - Facoltà di lettere e filosofia, relatore Riccardo Ridi, anno accademico 1999/2000, disponibile in versione ridotta in ESB Forum da aprile 2001, <http://www.burioni.it/forum/franz/franz1.htm>.
  • Marcucci, Massimiliano [2001] Analisi e valutazione dei siti Web delle biblioteche comunali toscane, Università degli studi di Roma "La Sapienza" - Scuola speciale per archivisti e bibliotecari, relatore Mauro Guerrini, anno accademico 2000/2001.
  • Pochesci, Laura [2000] Le biblioteche dell’amministrazione centrale dello Stato italiano in modalità WWW, Università degli studi di Roma "La Sapienza" - Scuola speciale per archivisti e bibliotecari, relatore Mauro Guerrini, anno accademico 1999/2000.

Se questo è il quadro complessivo dei dati a disposizione, appare evidente l'impossibilità di fornire in questa sede informazioni complete e oggettive sulla qualità dei siti web delle biblioteche italiane. Mi limiter˜ dunque a fornire alcune impressioni e linee di tendenza, basate sull'analisi sistematica di quelli di una regione fra le più avanzate sul fronte bibliotecario (la Lombardia), sulla letteratura citata e sull'esperienza acquisita come coordinatore di AIB-WEB <http://www.aib.it>, come formatore in numerosi corsi di aggiornamento professionale sull'argomento e come occasionale consulente per alcuni siti bibliotecari.

L'impressione complessiva, lo dico subito, è più negativa che positiva, sebbene la si possa articolare in un giudizio (negativo, e tendente al peggioramento) sugli aspetti formali e in uno (anch'esso negativo, sebbene in modo minore, ma tendente al lento miglioramento) sui contenuti.

Per quanto riguarda la forma, se in Ridi [2000] avevo individuato in questi cinque concetti le chiavi per la qualità dei siti web bibliotecari....

[1] Accessibilità

[2] Archiviazione

[3] Indicizzazione

[4] Cooperazione

[5] Equilibrio

.... bisogna ammettere che, da allora, sono stati fatti ben pochi passi avanti su alcuni punti e addirittura alcuni passi indietro su altri.

Per quanto riguarda l'accessibilità, continuano ad essere vergognosamente ignorate dalla stragrande maggioranza delle biblioteche italiane le linee guide sul tema.....

  • W3C [2000] Linee guida per l'accessibilità ai contenuti del web 1.0, raccomandazione del W3C del 5 maggio 1999 a cura di Wendy Chisholm, Gregg Vanderheiden e Ian Jacobs, traduzione italiana a cura di WAI-IT Gruppo di studio sull'uguaglianza d'accesso ai servizi delle biblioteche (Vanni Bertini, Michelangelo Bottura, Giuliana Cerrato, Annalisa Cichella, Cristina Giavoni e Adelmo Taddei), febbraio 2000, in AIB-WEB, <http://www.aib.it/aib/cwai/cwai.htm>.

.... tanto che mi fa piacere poter approfittare di questa occasione per segnalare la Campagna per l'accessibilità delle biblioteche in rete (CABI)<http://marciana.venezia.sbn.it/CABI/> lanciata proprio in questi giorni dalla Biblioteca Nazionale >Marciana di Venezia.

Purtroppo la sindrome da superfetazione multimediale tipica del bambino che ha appena ricevuto una nuova scatola di pennarelli colorati e vuole assolutamente utilizzarli tutti, ignorando i più elementari requisiti di leggibilità, sobrietà e equilibrio, sta dilagando fra i webmaster delle biblioteche italiane, anche se ci sono, per fortuna, anche bibliotecari che "resistono" al trend dilagante, riconoscendosi nello slogan "più informazioni, meno suggestioni".

Passi indietro anche sul fronte dell'archiviazione, nel senso che aumentano i siti e le rispettive pagine, mentre restano rarissime le iniziative legate alla loro preservazione a lungo termine nelle varie versioni man mano succedutesi, e quindi aumentano, sia in proporzione che in termini assoluti, siti e pagine bibliotecari dei quali ai posteri non resterà alcuna traccia. Davvero paradossale per enti che proprio nella conservazione documentaria trovano uno dei principali motivi di esistenza.

Analogo paradosso per quanto riguarda l'indicizzazione, tanto che duole dover sottolineare, proprio nella giornata in cui si chiude, a Firenze, un importante convegno internazionale sul Dublin Core <http://www.bncf.net/dc2002/> quanto insignificante sia la percentuale delle biblioteche italiane che utilizza tale standard per i metadati del proprio sito.

Non che le cose vadano molto meglio,riguardo all'indicizzazione "interna" dei siti bibliotecari, con altri strumenti come i "metatag" di base, i motori di ricerca interni, le mappe ed altri indici accessori, per non parlare delle raccolte di documentazione relative al sito e alla sua progettazione, gestione e valutazione.

Sta lentamente migliorando invece la gestione dell'indicizzazione "esterna", ovvero degli strumenti messi a disposizione degli utenti per il reperimento delle risorse informative disponibili fuori dal sito stesso, grazie soprattutto alla tendenza ad abbandonare la miriade di deleteri elenchi di "link utili", autarchici, rapsodici e subito obsoleti, in favore di iniziative legate alla cooperazione come l'ormai classico OPAC italiani <http://www.aib.it/aib/lis/opac1.htm>e il nascituro SegnaWeb <http://www.segnaweb.it>, entrambi nati dalla cooperazione di AIB, CILEA e numerose biblioteche e bibliotecari. E' augurabile che anche la digitalizzazione dei fondi posseduti dalle biblioteche italiane segua un percorso di questo tipo, ovvero di coordinamento centrale delle molteplici iniziative che stanno nascendo, piuttosto che quello della creazione di un solo mastodontico contenitore, unico solo sulla carta.

Lentissimi passi avanti, infine, sul fronte dell'equilibrio fra le tendenze centrifughe (parole chiave: editoria fai-da-te, desktop publishing, disintermediazione, aggiornamento in tempo reale, autonomia, indipendenza, libertà, ipertestualità; ma anche: duplicazioni, disomogeneità, disallineamento, sprechi di risorse, fossilizzazione dei link e dei documenti, disorientamento, disinformazione, caos, anarchia) e centripete (parole chiave: burocrazia, accentramento, verticismo, immobilismo, inerzia, timor panico delle deleghe e delle assunzioni di responsabilità decentrate; ma anche: coordinamento, strutturazione, architettura, eleganza, orientamento, facilità di recupero delle informazioni, ottimizzazione delle risorse) nei siti web delle biblioteche italiane. Il merito va tutto alla crescente presenza in rete (e nel mondo reale) dei sistemi bibliotecari di ateneo a livello universitario e di quelli territoriali a livello di biblioteche pubbliche, che spesso (ma non sempre) riescono a mediare in modo abbastanza soddisfacente queste due tendenze, entrambe legittime.

Se questo è il quadro, non confortante, dal punto di vista formale, le cose vanno invece decisamente meglio sul fronte dei contenuti, perché stanno lentamente aumentando, sebbene partendo da una situazione molto scarsa rispetto ad altri paesi con migliori tradizioni del nostro sia sul fronte delle biblioteche che su quello della cultura della comunicazione scritta:

[1] Tipologie di biblioteche dotate di WWW

[2] Numero di biblioteche dotate di WWW

[3] Numero medio di pagine in ciascun sito

[4] Numero medio di link fra le pagine di ciascun sito

[5] Numero di informazioni messe a disposizione

[6] Numero di servizi utilizzabili online

Purtroppo, però, non sempre la crescita quantitativa si riflette in una maggiore attenzione per aspetti altrettanto importanti come l'aggiornamento, la datazione, l'indicazione delle responsabilità e l'interattività.

Ecco qualche esempio, ripreso dal censimento lombardo del 2002 ma molto probabilmente estensibile almeno a diverse altre regioni:

Nel 1999 i siti censiti erano 85 (7 sistemi bibliotecari e 78 singole biblioteche). Nel 2002 i siti censiti sono 157 (19 sistemi bibliotecari e 138 singole biblioteche).

I siti sono cresciuti ovunque, ma meno a Milano e di più nei comuni minori. Se, nel 1999, oltre metà delle biblioteche censite erano localizzate nel comune di Milano, adesso tale percentuale è diminuita del 9%, mentre quella dei siti dislocati fuori dai comuni di Milano, Bergamo, Brescia e Pavia è passata da un quarto a un terzo del totale. Internet finalmente si sta diffondendo sul territorio.

In termini relativi, le biblioteche di ente locale crescono nell'ultimo triennio più di quelle universitarie, soprattutto grazie ai sistemi (passati, in rete, da 3 a 15) e continuando a recuperare il gap iniziale. In termini assoluti le Università continuano a costituire la principale presenza nel mondo web bibliotecario lombardo, anche se in misura progressivamente sempre meno rilevante, passando dal 58% al 48.5% del totale.

Mentre nel 1999 oltre un terzo dei siti era costituito da una unica pagina e solo un quarto dei siti comprendeva più di una decina di pagine, adesso i siti sono notevolmente cresciuti e il rapporto si è invertito: meno del 6% è costituito da una unica pagina e oltre il 45% comprende più di una decina di pagine. Se nel 1999 una paginetta era sufficiente per "rompere il ghiaccio", adesso non basta più.

Se già nel 1999 commentavamo: "grave che in ambiente bibliotecario il 40% dei siti non indichi la data di aggiornamento", cosa dire adesso che, in corrispondenza di una notevole crescita sia del numero complessivo dei siti che delle loro dimensioni, tale percentuale é salita a uno scandaloso 58% ? Fra i 66 siti che indicano tale fondamentale informazione nella propria homepage, almeno 9 sono stati sostanzialmente abbandonati, a giudicare dalla data antecedente al 2001.

Aumentano notevolmente i link verso le homepage della biblioteca e dell'ente di riferimento, aumentando la "compattezza" delle pagine e dei siti, meno "isolati" di tre anni fa.

Dati stabili (intorno all'85%) per quanto riguarda l'indicazione dell'indirizzo "reale" della biblioteca e di telefono, fax, ecc. . In molti casi si da' presumibilmente per scontato che l'indirizzo coincida con quello dell'ente di riferimento, da recuperare per˜ in un'altra pagina. La giustificazione vale probabilmente meno per quanto riguarda il numero di telefono.

Aumenta dell'8% l'indicazione di un indirizzo e-mail a cui l'utente possa rivolgersi. Bene, ma é grave che poco meno di un quinto dei siti resti ancora privo di questo minimale elemento di interattività. Tale assenza potrebbe far sospettare che i bibliotecari non utilizzino Internet e la pagina sia stata prodotta senza la loro collaborazione.

Dati sostanzialmente stabili per quanto riguarda le informazioni sui responsabili dei siti. Aumentano del 7% le indicazioni dei curatori delle singole pagine, ma in compenso diminuiscono nella stessa misura quelle dei responsabili globali dei siti. Il dato é ancor più sconfortante se si pensa che l'aumento delle "firme" nelle pagine interne é probabilmente dovuto alla diminuzione della percentuale dei siti composti da una sola pagina.

Per quanto riguarda la data di creazione, nel 1999 commentavamo cos“: "davvero singolare il disinteresse per questa informazione da parte di professionisti che operano nel settore della documentazione". Dopo tre anni la percentuale é più che decuplicata (dall'1% all'11%), ma resta ancora gravemente insufficiente. Addirittura diminuita del 15%, nel frattempo, una informazione cruciale per l'utente come la data di ultimo aggiornamento di ciascuna pagina.

Tutte in discreto aumento le informazioni di base sui servizi delle biblioteche. Particolarmente positivo che gli orari siano finalmente disponibili su oltre il 90% dei siti e che sia passata dal 7% al 18% la presenza di dati statistici. In lievissima flessione la presenza di informazioni di carattere storico.

Aumentano notevolmente le percentuali relative alle informazioni sui servizi ILL e DD, ma permane identica rispetto al 1999 l'inversione dei dati fra prestito interbibliotecario attivo e passivo rispetto a quanto ci si sarebbe potuti aspettare. Il web sembrerebbe infatti fatto apposta per far sapere alle altre biblioteche le condizioni che poniamo per inviare loro i nostri documenti. Ci˜ la dice lunga sull'ancora lenta assimilazione da parte delle nostre biblioteche della novità costituita da questo strumento di comunicazione. Invece di usare il web per comunicare agli utenti remoti (che non so chi siano e quindi non posso raggiungere diversamente) cosa devono fare per ottenere i miei documenti, lo uso prevalentemente per comunicare agli utenti locali (noti e raggiungibili facilmente anche con altri strumenti) cosa devono fare per ottenere documenti di altre biblioteche.

In grande aumento le informazioni su tutti i principali servizi. Paradossale che il minor aumento percentuale (e anche il tasso percentuale minore in termini assoluti) sia quello relativo alle modalità di accesso a Internet da parte degli utenti locali, visto il particolare campione di biblioteche esaminate, che dovrebbero tutte avere notevole dimestichezza con la rete. Rispetto al 1999 ben 52 biblioteche forniscono via web informazioni anche su servizi particolari, non immediatamente riconducibili a quelli elencati (prestito a domicilio, accesso a cd-rom e banche dati, accesso a fondi particolari, promozione della lettura (soprattutto per ragazzi), consulenze per particolari tipologie di utenti (soprattutto quelli svantaggiati), servizi per bibliotecari, servizi informatici e multimediali non prettamente bibliotecari, alfabetizzazione informatica, animazione culturale, ecc.).

Le biblioteche lombarde stanno iniziando a effettuare il passaggio dai "siti vetrina" ai "siti di servizio", dove l'utente pu˜ non solo informarsi sui servizi offerti a chi si recherà fisicamente in biblioteca, ma anche usufruire immediatamente di alcuni servizi a distanza. Il prestito interbibliotecario e la fornitura documenti passivi (ricevere originali e copie di documenti posseduti dalla biblioteca) si confermano i servizi più adatti per questa modalità di interazione. Segue la prenotazione del prestito locale e il reference service. Fra gli "altri servizi" il rinnovo telefonico del prestito locale, la consegna dei documenti chiesti in prestito sulla scrivania dei docenti universitari, la riproduzione di documenti (da ritirare per˜ recandosi in biblioteca), servizi di tutoraggio ed editoriali, ecc.).

Enorme l'aumento (dal 13% al 43%) delle pagine che segnalano le novità in biblioteca e nel sito, dovuto anche all'aumento del numero medio di pagine per sito. Aumentano, ma restano pochissime (3%), le FAQ (ancora poco diffuso questo stile di comunicazione tipico della rete: il modello culturale dei web bibliotecari é ancora il depliant della guida alla biblioteca). Appaiono le prime mostre virtuali.

Negativa la riduzione di informazioni sui cataloghi elettronici (sia quelli interrogabili a distanza che quelli interrogabili solo recandosi presso la biblioteca), aggravata dal contemporaneo aumento di OPAC interrogabili. Aumentano invece le informazioni sui cataloghi cartacei, sia a schede che a stampa. Aumentano anche gli elenchi accessori di particolari tipologie di documenti posseduti (novità, periodici, cd-rom, banche dati, collane, letteratura grigia, audiovisivi, ecc.), mentre restano stabili (e poche) le bibliografie.

Ancora limitatissimi gli esperimenti di biblioteche digitali liberamente accessibili. Aumentano invece in misura maggiore le banche dati e la documentazione mantenute localmente e ad accesso protetto.

Per quanto riguarda l'nterrogazione protetta di banche dati e e-journals remoti, nel 1999 commentavamo: "sorprende un risultato cos“ ridotto, vista la presenza nel censimento di un gran numero di biblioteche universitarie, dove sono in atto esperienze di database networking e di altre forme di accesso all'informazione elettronica, evidentemente ancora non sbarcate in forze sul web". Dopo tre anni il quadro é cambiato radicalmente, e un quarto dei siti censiti (ovvero circa metà delle biblioteche universitarie) offre questo tipo di servizio ai propri utenti.

Aumentano notevolmente (dal 41% al 69%) gli elenchi dei nominativi dello staff, ma ancora 4 biblioteche su 10 preferiscono non indicare sul proprio web il nome dei bibliotecari in servizio. Difficile capire se sia dovuto più a un forte senso della privacy nei riguardi dello staff o a uno scarso senso della trasparenza nei confronti degli utenti. Ancora più grave che solo il 38% delle biblioteche (sebbene con un +7% rispetto al 1999) indichi gli indirizzi e-mail del proprio staff. Spuntano le prime immagini e homepage del personale.

La scarsità di registri per ospiti, desiderata, suggerimenti e reclami (quegli degli ospiti addirittura diminuiscono), associata a quella di indirizzi e-mail, denuncia come il web non sia ancora percepito dai bibliotecari lombardi come uno strumento fortemente interattivo.

   




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